27 aprile 2014

La leggenda della Ninfa del Lago di Carezza

Lago di Carezza - Dolomiti - Bolzano - TRENTINO
La leggenda della Ninfa del Lago e l'inabissamento del sacro Femminino

La primavera è esplosa in tutta la sua fiorente bellezza, ma stasera fa freddino... è una sera perfetta per una nuova storia.

Questa storia racconta del meraviglioso Lago di Carezza, ai piedi del grande Latemar, nella valle delle Dolomiti di Bolzano.
Si dice che un tempo lontano, una bellissima ninfa, o una sirena, abitasse le acque trasparenti di quel lago incantato, e che ogni giorno, sotto ai caldi raggi di sole, uscisse dalle acque e si pettinasse i lunghi capelli, che brillavano d'acqua nella luce del meriggio. Mentre scioglieva la lunga chioma dorata, la fanciulla cantava, e cantava... e il suo canto era pura magia... e chiunque lo udisse si perdeva d'amore per lei.
Ogni volta che qualche uomo di avvicinava al lago per cercare di vederla, però, la splendida fanciulla si rituffava sotto la superficie acquorea, e si poteva scorgere di lei solo un fulmineo guizzare d'argento.

16 aprile 2014

Avigliana e le Matronae

Avigliana - Torino - PIEMONTE
Luogo di ritrovamento di uno dei cippi delle antiche Matronae celtiche - Luogo di culto femminile

Il luogo preciso in cui sono stati scoperti diversi reperti antichi, fra cui lo splendido cippo delle Matronae danzanti di Avigliana, si chiama Borgata Malano.
Riportiamo un brano tratto dal comunicato stampa del Comune di Avigliana, in occasione dell'evento "Archeologia a porte aperte":

"Il sito denominato “Statio ad Fines” o “Fines Cotii” che si trova in Borgata Malano di Avigliana è molto importante per la ricostruzione storica del Piemonte Romano. Il suo appellativo indica che si tratta di un confine di frontiera con dogana sulla via delle Gallie fra l’Italia romana e il distretto delle Alpi Cozie. Dai ritrovamenti risulta che era anche un luogo di culto. Lo attesta, in particolare, il Cippo in marmo con dedica alle matrone (risalente al I° secolo dopo Cristo). Il culto delle Matrone, noto da molte altre epigrafi piemontesi, affonda le proprie radici nel patrimonio religioso primitivo preceltico. Le Matrone in epoca romana sono molto popolari negli ambienti rurali perché protettrici dei cicli generativi della natura e delle donne. La frequenza del loro culto nei distretti alpini ne suggerisce la caratteristica di divinità tutelari dei luoghi di passaggio (...)"

Il Regno della Regina Tanna

Marmarole - Cadore - Belluno - VENETO
Il Regno della Regina Tanna

Fra le molte regine divine che regnavano sulle Dolomiti in tempo arcaico-matriarcale, una di queste è Tanna, sovrana delle aspre Marmarole. Il suo regno era abitato dai Croderes, entità fatte di pietra, fredde e prive di sentimenti, così come fredde e rigide appaiono le Marmarole. Ogni regina divina, infatti, incarna le fattezze del proprio regno, ovvero ritrae i suoi lineamenti, siano essi dolci e accoglienti, o ruvidi e inospitali.
Narra la leggenda che Tanna non desiderasse essere così ruvida e inospitale... il suo cuore voleva fiorire, i suoi occhi volevano sorridere, e lei desiderava tanto amare gli uomini, suoi figli.
Scese dalle alte Marmarole e rese quell'ambiente dolce e piacevole, rese la natura benigna verso l'uomo, lo protesse da valanghe e tempeste di neve... si innamorò ed ebbe un figlio. Eppure il cuore dell'uomo spesso è duro e vile.
A causa del suo amante, la regina Tanna perse il suo amatissimo figlio e la sua sposa, e piena di dolore decise di tornare in cima alle Marmarole, insieme ai suoi sudditi Croderes, anch'essa come loro ormai priva di sentimento.

5 aprile 2014

La Borsa della Viaggiatrice

La Viaggiatrice - così come il Viaggiatore - è colei che seguendo l'istinto e l'ispirazione, ovvero la Chiamata dei luoghi che più rispecchiano la sua natura e le parlano in un linguaggio naturale fatto non di parole, ma di gioia, di emozioni, di percezioni profonde e travolgenti, si mette alla loro ricerca e, cercando, scavando e Ascoltando, ne ritrova il canto antico, quella melodia che narra di culti antenati, o semplicemente di pura magia naturale.
Ascoltare e rispondere alla Chiamata dei luoghi, ovvero delle più belle e vergini manifestazioni della Grande Madre, è come farsi guidare da Lei verso di Lei, e permette alla Viaggiatrice - e al Viaggiatore - di Ritrovarla, di Riconoscerla e cominciare ad agire per Ri-Membrarla.
In ognuna di noi vive la Viaggiatrice - o il Viaggiatore - e ognuna di noi è Chiamata in modi diversi eppure tutti legati alla stessa origine luminosa.
Pertanto Viaggiamo, tutte insieme, in compagnia o in solitudine... Viaggiamo per Ritrovare Lei, che ci chiama e ci chiede di far di nuovo parte delle nostre vite, dentro e fuori, nell'anima e nella natura che ci circonda.
Cerchiamola dove Lei e le nostre Antenate ci hanno lasciato delle tracce luminose, dove reperti e leggende si sono radicati così in profondità che ancora oggi sopravvivono e ci narrano della sua Armonia e della sua Magia.
Cerchiamola ovunque, perché Lei ci chiama... la sua voce canta per noi attraverso il vento che accarezza i prati alpini, il gorgogliare delle sorgenti argentine, le rocce dalle forme femminili e maschili, i boschi silenziosi e la memoria di quelle poche anziane e di quei pochi anziani che ancora la ricordano, e hanno conservato le sue storie segrete.
Cerchiamoli e chiediamo, e mettiamo nella nostra Borsa di Viaggiatrici tutto ciò che troviamo, per poi condividerlo e farlo rivivere di nuovo.
Così facendo, Lei tornerà in noi.

Il paese delle Bambine della Samblana

Dobbiaco, e il Lago di Dobbiaco - Alta Val Pusteria - Bolzano - TRENTINO
Il paese delle Bambine della Samblana

“(...) un tempo si diceva che la Samblana avesse adottato le molte bambine del paesello di Dobbiaco, nate in considerevole eccedenza rispetto ai maschietti.”

“La leggenda narra che ci fu un tempo in cui nell’antico popolo delle betulle - il popolo matriarcale dolomitico “Bedoieres” - nascevano moltissime bambine, e nessun maschio. La regina era molto preoccupata, e avrebbe voluto dare alla luce un erede per suo marito, ma quando partorì una principessa decise che era arrivato il momento di tener consiglio con tutte le altre donne del popolo, per decidere cosa avrebbero potuto fare per assicurare la sopravvivenza della tribù. All’assemblea femminile venne invitata una maga, la quale decretò che tutte le madri con troppe figlie avrebbero dovuto portarle all’ombra del monte Serla in una notte di luna, e avrebbero dovuto lasciarle nel grande prato dove scorreva il gorgogliante ruscello Bruckele.

La leggenda di Soreghina

Val di Fassa / Val Contrin - Trento - TRENTINO
La leggenda di Soreghina, "La Figlia del Sol"

Uno dei comuni della Val di Fassa si chiama "Soraga" - che significa "Raggio di Sole" - e forse potrebbe essere considerato uno dei luoghi maggiori a cui è collegata la storia di Soreghina - "Raggino di Sole".

"Negli antichi borghi di montagna, dalla ruvida voce delle anziane, o dai canti di qualche vecchio alpigiano, si può talvolta sentir narrare la vicenda di Soreghina, la raggiante figlia del sole.
La sua storia, custodita nella preziosa tradizione dolomitica, racconta che un tempo, in una zona della Val di Fassa chiamata Locia Contrin, si trovava un piccolo lago, dove abitava una bellissima vivana. La fanciulla “indossava una veste stupenda con un corsetto ricamato in argento e ornato nella parte superiore in oro e un grembiule di seta lucente”, e amava trascorrere il suo tempo fra le acque limpide e trasparenti, mostrandosi solo quando più forte splendeva il sole."

Il Trono della Samblana

Monte Antelao - San Vito di Cadore - Dolomiti - Belluno - VENETO
Il Trono della Samblana

Il magnifico Monte Antelao, che mostra sulla cima il trono della Samblana, la Principessa della Neve e dellInverno, la cui storia sopravvive ancora oggi nella tradizione dolomitica.

3 aprile 2014

La Leggenda della Donna di Pietra

Monte Rocchetta di Prendera - San Vito di Cadore - Dolomiti - TRENTINO
La Leggenda della Donna di Pietra

“Sulla cresta della Rocchetta, percorrendo la strada che costeggia il Boite da San Vito di Cadore in direzione di Cortina, si può distinguere chiaramente il profilo di una donna. Una donna di pietra, distesa, che pare addormentata. Un tempo era una fanciulla in carne ossa, ma non apparteneva alla stirpe degli uomini, bensì a quella dei giganti.”

2 aprile 2014

Il Lago delle Streghe

Alpe Devero - Verbania - PIEMONTE
Il Lago delle Streghe

Esiste una leggenda, di origine sconosciuta e misteriosa, che narra di come un tempo molto lontano nacque il bellissimo Lago delle Streghe, o Lago Azzurro, “uno specchio d’acqua cristallina, circondato da alti larici e da folte macchie di mirtilli” che si trova nella Val d’Ossola, in provincia di Verbania.
Pur non essendo l’unica, e certamente non la più conosciuta, questa è forse una delle più belle storie della tradizione piemontese; una storia magica e antica che ogni fanciulla che si pone per suo ardente desiderio sull’antico sentiero che porta al vero Amore, dovrebbe ascoltare e imparare, per poterla ricordare ogni volta che la vita la conduce nelle grigie paludi dei comuni affanni, e per aggrapparsi ad essa come ad una sottile fune luminosa che l'aiuti a trarsi fuori dal fango con tutte le sue forze.
In questo modo è forse possibile riconoscere la strada perduta, ricordare dove ardentemente si desiderava pervenire e ricominciare a camminare, con gli occhi felici e limpidi come le acque del lago.