Le Fate Guardiane di Issime
A volte succede che leggendo un racconto popolare si abbia la sensazione che questo nasconda qualcosa di molto più complesso di quanto sembri. Allora si cerca di fermare questa sensazione, simile a un’eco lontana ma persistente, e si prova ad ascoltare ciò che dice…
E nascono interpretazioni come questa, in egual modo potenzialmente realistiche, o assolutamente vaneggianti.
Chissà se anche voi sentirete e vedrete ciò che ho visto e sentito io? E chissà se condividerete la mia interpretazione di questa sottile sensazione, che si sposava così bene con certi particolari elementi presenti fra le righe della leggenda?
In ogni caso, ciò che è importante è la leggenda stessa, che è davvero splendida e fa parte di un paesaggio valdostano estremamente affascinante.
Ecco un piccolo assaggio della leggenda e della mia interpretazione, che potrete continuare a leggere a questo link:
Le Guardiane di Issime. Fra leggenda e realtà
Versione stampabile:
http://www.tempiodellaninfa.net/public/print.php?sid=332
Le buone Fate a Issime
Leggenda valdostana raccolta e trascritta da Jean Jacques Christillin
“Ai tempi in cui le fate abitavano le montagne, c’erano ad Issime (1) due fate benefiche che rendevano grandi servizi alla gente del paese. Una di queste si era stabilita in una grotta ad ovest dei due graziosi laghi che si trovano sulle alture del vallone di San Grato. Questi laghetti rimangono a sinistra salendo verso il colle del Dondeuil, che mette in comunicazione Issime con Challant.
Molto sovente questa fata abbandonava la grotta per recarsi alla frazione di Pressevin al limite del vallone. Si fermava sopra una roccia che domina a picco il bacino di Issime, da dove poteva scorgere tutto ciò che accadeva nel paese.
L’altra fata aveva scelto come sua dimora una caverna nei dintorni del lago Leytier. Questo lago, puro come il cristallo, si trova nella parte superiore del vallone di Türradju, ad est di Issime. Come la prima, anche questa fata lasciava di frequente il suo alto rifugio…”
Le Guardiane di Issime
Ipotesi dell’esistenza di una antica tradizione femminile
Interpretazione della leggenda a cura di Laura Violet Rimola
“(…) È quindi possibile che queste due entità fatate valdostane fossero in realtà donne di conoscenza, forse salighe oppure sacerdotesse garanti dell’armonia e della prosperità della valle, che grazie alla loro sensibilità, alla loro intima conoscenza dei ritmi e dei movimenti della natura, e alla loro capacità di percepirne i segnali, di ascoltarla e interpretarla, potevano prevedere con un certo anticipo le sue manifestazioni più distruttive e avvertire le proprie genti perché si preparassero e tentassero di prevenire o limitare i danni. Per questo erano amate, rispettate, e soprattutto erano riconosciute come guardiane e protettrici dal proprio popolo.
La loro presenza costante sui valloni issimesi potrebbe però rivelare uno scenario più complesso, ovvero l’esistenza di una vera e propria tradizione. A suggerire questa possibilità vi è infatti l’elemento della trasmissione del loro ruolo. (…)”
Continua qui
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Il Vallone di San Grato - Foto reperita in rete |
I Piccoli Laghi - Foto reperita in rete |
Il Vallone Tourrison - Foto reperita in rete |
Quanto qui proposto è una mia personale visione e interpretazione della leggenda originale, un’interpretazione mai proposta e discussa prima d’ora – e certamente azzardata. Non vi sono né libri o articoli che ne parlano, né documentazione di alcun genere. Potete condividerla citando l’autrice, se vi piace, ma non è possibile utilizzarla in alcun modo – neanche per farne riassunti e rimaneggiamenti propri – senza il mio permesso e senza citare accuratamente la fonte in bibliografia. Grazie mille.
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