5 aprile 2014

Il paese delle Bambine della Samblana

Dobbiaco, e il Lago di Dobbiaco - Alta Val Pusteria - Bolzano - TRENTINO
Il paese delle Bambine della Samblana

“(...) un tempo si diceva che la Samblana avesse adottato le molte bambine del paesello di Dobbiaco, nate in considerevole eccedenza rispetto ai maschietti.”

“La leggenda narra che ci fu un tempo in cui nell’antico popolo delle betulle - il popolo matriarcale dolomitico “Bedoieres” - nascevano moltissime bambine, e nessun maschio. La regina era molto preoccupata, e avrebbe voluto dare alla luce un erede per suo marito, ma quando partorì una principessa decise che era arrivato il momento di tener consiglio con tutte le altre donne del popolo, per decidere cosa avrebbero potuto fare per assicurare la sopravvivenza della tribù. All’assemblea femminile venne invitata una maga, la quale decretò che tutte le madri con troppe figlie avrebbero dovuto portarle all’ombra del monte Serla in una notte di luna, e avrebbero dovuto lasciarle nel grande prato dove scorreva il gorgogliante ruscello Bruckele.
Così fu fatto, le bambine furono lasciate nel punto predetto, e non appena sorse la Luna la maga le raccolse e le portò via con sé. Al suo ritorno, le madri vollero sapere che cosa ne era stato delle loro figliolette, e lei rispose che erano state tutte affidate alla buona Samblana, e che avrebbero ben dovuto rallegrarsi, perché da quel giorno al loro popolo era destinata la nascita di molti maschi.
Quella notte la regina e la maga si fermarono a dormire poco distante dal grande prato, nel rudere di un castello abbandonato i cui proprietari si erano estinti per mancanza di eredi. Quando sorse il mattino, le due donne uscirono dalle vecchie mura, e guardando avanti a sé rimasero senza parole… Sul prato erano sbocciati migliaia di bellissimi colchici rosa. La maga, allora, disse che quei magici fiorellini erano le Mirandoles della Samblana, e che in essi vivevano le anime delle figlie del popolo delle betulle.”

“Osservando queste leggende da un punto di vista simbolico, si potrebbe pensare che il sacrificio delle moltissime bambine, che vennero letteralmente sostituite dai maschi, rappresenti l’eco del passaggio dal matriarcato, nel quale regnavano donne e divine sovrane, al patriarcato, in cui i maschi presero a governare al loro posto, relegando le antiche divinità sulla vetta delle montagne, nel profondo delle grotte o nel folto di boschi fitti e inaccessibili. La cultura degli arcaici popoli dolomitici, infatti, era sempre stata matriarcale, e questo è dimostrato anche dalla moltitudine di regine che popolano le leggende più antiche, e dall’assenza di figure maschili di uguale rilevanza. (10)
Se fosse possibile credere a questa interpretazione del sacrificio femminile, allora le bambine potrebbero essere considerate le piccole eredi dell’antica religione delle donne, che vennero simbolicamente esiliate sulla cima della montagna – come già era successo alla loro amata principessa – per permettere ai maschi di prenderne il potere. Lontane dal mondo che non le comprendeva più, restarono fedeli a loro stesse e alla loro tradizione, diventando portatrici di neve e dolci fiori rosa, e formando il gioioso e fanciullesco corteo della Samblana.”

Brani tratti dalla mia ricerca:
La Samblana, Principessa del bianco inverno
http://www.tempiodellaninfa.net/public/print.php?sid=266

Lago di Dobbiaco - Foto reperita in rete

Lago di Dobbiaco - Foto reperita in rete

Lago di Dobbiaco - Foto reperita in rete

Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.

Nessun commento:

Posta un commento