Il Regno della Regina Tanna
Fra le molte regine divine che regnavano sulle Dolomiti in tempo arcaico-matriarcale, una di queste è Tanna, sovrana delle aspre Marmarole. Il suo regno era abitato dai Croderes, entità fatte di pietra, fredde e prive di sentimenti, così come fredde e rigide appaiono le Marmarole. Ogni regina divina, infatti, incarna le fattezze del proprio regno, ovvero ritrae i suoi lineamenti, siano essi dolci e accoglienti, o ruvidi e inospitali.
Narra la leggenda che Tanna non desiderasse essere così ruvida e inospitale... il suo cuore voleva fiorire, i suoi occhi volevano sorridere, e lei desiderava tanto amare gli uomini, suoi figli.
Scese dalle alte Marmarole e rese quell'ambiente dolce e piacevole, rese la natura benigna verso l'uomo, lo protesse da valanghe e tempeste di neve... si innamorò ed ebbe un figlio. Eppure il cuore dell'uomo spesso è duro e vile.
A causa del suo amante, la regina Tanna perse il suo amatissimo figlio e la sua sposa, e piena di dolore decise di tornare in cima alle Marmarole, insieme ai suoi sudditi Croderes, anch'essa come loro ormai priva di sentimento.
Solo un giorno dell'anno, la regina Tanna ricorda l'amore dolce e benevolo che un tempo provava nel cuore, e piange la perdita del suo amato figlio e della fanciulla sua sposa che tanto lo aveva amato.
In questo giorno, la natura si mostra di nuovo ospitale. In questo giorno l'uomo che affronta i pericoli delle Dolomiti, non deve temere nulla, perché Tanna, l'antica regina delle rocce, lo protegge.
Questa leggenda è una di quelle che maggiormente rispecchiano il passaggio da un tempo antico, governato in armonia dalle regine-matriarche dolomitiche e dai loro culti naturali, ad un'epoca successiva. L'amante di Tanna, il conte di Aquileia, rappresenta infatti l'arrivo del patriarcato e del successivo cristianesimo, che tentò dapprima di "sposare" le antiche tradizioni femminili, e in un secondo momento le abbandonò, le ripudiò e tentò di eliminarle, relegandole nei luoghi più inaccessibili. Dee e Regine, da allora, vivono sulle vette delle montagne, fra le rocce inanimate, nei boschi inaccessibili e nelle grotte, facendo udire la loro voce solo a coloro che aprono il loro cuore, e le Ricordano.
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La storia della Regina Tanna, delle alte Marmarole, rappresenta uno dei maggiori miti di passaggio dal matriarcato dolomitico al patriarcato e al cristianesimo. Leggendo il racconto completo non si può fare a meno di intravedere tutto ciò che realmente accadde nella storia reale. L'uomo, dapprima, ama e venera la Regina Tanna, che fa di tutto per rendere la sua vita piacevole e protetta, ma non appena il vento cambia direzione, ecco che Tanna diventa la strega.
Inseguita, braccata come un animale feroce, deprivata della sua casa e ancora inseguita, finché tutto ciò che le è di più caro al mondo la abbandona, la regina rappresenta uno dei volti della Grande Madre e delle sue figlie, sacerdotesse, regine, principesse matriarcali che ancora conservavano l'antica saggezza della Natura, e che hanno vissuto e tutt'ora vivono la stessa sorte.
Il conte di Aquileia è il tipico uomo patriarcale che prende e abbandona, che usa e ripudia. E il cuore puro di Tanna rispecchia il cuore puro della Natura, che tutto offre eppure viene sfruttata.
La fiducia che Tanna riponeva negli uomini muore con i sentimenti del suo cuore, e le nubi adombrano le verdi montagne, lasciando dietro a sé silenzio e abbandono.
La religione femminile si nasconde, diventa segreta, eppure le sue figlie ancora parlano all'uomo che vuole ascoltare... diventano Donne Selvagge sempre fedeli alle loro Regine, ma appaiono solo di rado dai boschi e dalle grotte, offrendo consigli e doni solo a coloro che, per via di un cuore ancora puro, meritano il loro amore.
La voce di Tanna mormora ancora dalle alte vette delle Marmarole. Lei ora appartiene all'armonia eterna delle pietre, eppure forse può ancora sorridere, rispondendo all'affetto e alle dolci parole che coloro che la amano le rivolgono ancora.
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Nelle foto che seguono, sembra quasi di sentire la presenza della granitica Tanna, sembra quasi di vedere la forma dei suoi Croderes, privi di sentimento, eterni nella loro distaccata armonia di pietra.
Per approfondire la storia della bellissima Regina Tanna, vedere “La regina dei Crodéres”, in “I Monti Pallidi”, Karl Felix Wolff.
Le Marmarole - Foto reperita in rete |
Le Marmarole - Foto di Paolo Colombera |
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