La Madre della Pietraia
Dopo la notizia di due giorni fa, che ha segnato la storia del nostro Piemonte, riportando alla luce e rendendo nota la presenza di undici statuette femminili nell’area di scavo archeologico di Biandrate, qualsiasi altra ricerca sembra avere minore importanza. Eppure voglio procedere ancora più entusiasta di prima per provare a far riemergere il sacro femminino ovunque ve ne sia rimasta traccia, e ieri, non volendo allontanarmi da casa per rimanere vicina al luogo dei preziosi ritrovamenti e alle statuette, ho raggiunto ancora il bel Santuario della Madonna della Fontana di San Nazzaro, dove scorre la sorgente sotterranea – ne volevo bere alcuni sorsi e ringraziare per il dono che l’umanità intera ha ricevuto – fermandomi però ad un altro piccolissimo santuario che, guarda caso, è proprio a metà strada fra l’area archeologica e la sorgente cristianizzata.
La prima volta che mi ci ero fermata non avevo trovato nulla di particolare, ma ieri notte, ricercando, ho scoperto qualcosa di molto interessante, e vale davvero la pena di condividerlo.
La chiesa è sempre chiusa, eppure ieri l’ho trovata casualmente e inaspettatamente aperta, così ho potuto vedere anche l’interno, ma in realtà poco importa cosa ci sia dentro, perché ciò che è veramente importante, questa volta, è all’esterno.
Il Santuario è dedicato alla Madonna della Preiera, una parola molto particolare e rivelatoria.
La chiesetta venne costruita nel XVIII secolo, nello stesso punto in cui era già presente una cappella votiva più antica, risalente al XV secolo. Al suo interno, sopra l’altare, è presente un affresco della Pietà, che con molta probabilità era stato prelevato dalla cappella originaria. Anch’esso risale al 1400.
Ciò che è interessante però, come accennato, è il nome del posto, e ciò che vi si trova dietro.
La parola “preiera” o “priera”, deriva infatti dalla parola “preia”, che in tutte queste zone indica la “pietra”.
Pertanto, “preiera” è traducibile con “pietraia”, sebbene in paese si preferisca spiegare che l’assonanza del termine con la parola “preghiera” sia più “adeguata”, e ci sia addirittura chi, dotato di una notevole fantasia, vorrebbe che la parola “preiera”derivasse dal francese “prière”, ovvero, appunto, “preghiera”.
I francesi però qui non c’entrano nulla, e adeguato o meno, il significato delle parole non è adattabile alle preferenze cristiane. Che piaccia o meno, la Madonna della Preiera è letteralmente la Madonna della Pietraia.
Si dice infatti che questo luogo fosse una vera e propria pietraia, “come un alveo di fiume abbandonato dalle acque”, pieno di sassi e rovi, ma forse il vero motivo di questa definizione è la presenza di una pietra sacra, che è stata incastonata nella parete posteriore del santuario poiché, dice la leggenda, non era stato possibile spostarla.
Traggo direttamente dal sito della Comunità Pastorale Novarese:
“Fuori dal muro verso la strada, sporge una grossa pietra che i passanti toccano prima di farsi il segno della croce. L’esistenza di questa pietra rimane un mistero. Si vuole che quella pietra non si sia riusciti a trasportarla dal luogo dove si trova. Più verosimilmente quella pietra è come il titolo della Cappella, nel modo stesso che la Fontana dà il titolo alla Madonna di San Nazzaro, e pare che sia sta messa la verso la strada per ricordare ai passanti, che non hanno tempo di entrare in chiesa, di salutare la Madonna almeno con un tocco della Pietra.”
L’atto di toccare una pietra per “salutare la Madonna”, però, riporta alla mente pratiche molto più antiche del cristianesimo stesso, nelle quali sfiorare le pietre, pregarle, salutarle o passare attraverso i loro stretti passaggi, era normale e diffuso, ed era sempre un gesto magico.
Inoltre, è curioso che una chiesetta che contiene una Madonna della Pietà, sia in realtà intitolata alla Madonna delle Pietre, e che l’oggetto più venerato sia proprio una pietra.
Mentre la osservavo da vicino, e appoggiavo la mano sulla sua fredda superficie, ho notato che le mie dita si inserivano perfettamente in quattro piccoli solchi. Non esiste alcun cenno di questi solchi, e anche i cenni alla pietra stessa sono pochi e sbrigativi, ma questi segni sono lì, sono chiari, e mentre premevo le dita al loro interno mi sono ricordata delle molte pietre sacre che si diceva mostrassero i segni dell’impronta di mani o piedi di Fate, Dee e Streghe, spesso tramutate poi nella Madonna e nelle Sante, oppure di zampe e zoccoli di determinati animali, spesso convertiti poi in impronte del diavolo.
Nulla mi distoglie dalla certezza che proprio questi segni facciano parte della sacralità della pietra, che non è stato possibile allontanare perché troppo cara alle genti che abitavano questi luoghi, e così è stata inserita nel muro della chiesa, con l’estremità e la cara impronta ben rivolte verso l’esterno.
Ancora oggi, infatti, i fedeli non possono fare a meno di toccarla e “salutare la Madonna”.
Ma non è tutto:
“In questa chiesetta si mantiene una tradizione mai interrotta: la notte del 24 marzo, vigilia della Solennità dell’Annunciazione, con partenza dalla chiesa parrocchiale ci si reca al santuario in processione e qui si tiene la preghiera dell’Ora di Guardia. A mezzanotte si sosta in silenzioso silenzio adorante per presentare la propria preghiera all’intercessione di Maria e poi cantare le lodi tradizionali del santuario.”
Una processione notturna, dunque, svolta in un giorno quasi sovrapponibile a quello dell’Equinozio di Primavera, che viene svolta da tempo immemore e che ha come meta la Madonna della Pietraia con la sua Pietra.
Non è difficile immaginare i fedeli che, camminando illuminati dalle torce, giungono al santuario e si chinano a toccare il sasso sacro sporgente dal muro, salutando colei a cui è dedicato.
E forse è ancora più facile immaginare gli antichi devoti ai culti pre-cristiani, che al calare della notte dell’Equinozio di Primavera, facevano la stessa cosa.
Una tradizione mai perduta, forse svolta oggi in modo non del tutto consapevole, ma che richiama rituali litici e suggerisce la presenza, in loco, di una Dea molto antica.
Una Dea della Pietraia a cui era sacra la pietra incastonata, come un semplice gioiello, nel muro del santuario. Una Dea che ancora oggi, sotto il manto della Madonna della Preiera, è onorata, riconosciuta… e accarezzata.
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Le citazioni e parte delle informazioni provengono dal sito della Comunità Pastorale Novarese e dal cartello esposto a lato della chiesa.
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Il Santuario della Madonna delle Preiera |
La Pietra sacra |
La Pietra e i segni dell'impronta |
La Pietra sacra |
Testo, ricerca e fotografie di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell’autrice e senza citare la fonte.
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