Il Ninfeo
Il luogo di cui vi sto per raccontare è antichissimo e immerso in una magia che non si è mai allontanata. È quasi del tutto sconosciuto, non ne parla nessuno, e persino gli abitanti del paese in cui si trova – Pombia, in epoca romana “Flavia Plumbia”, in provincia di Novara – lo conoscono poco. Eppure cercando notizie di altri luoghi ne sono venuta a conoscenza, e oggi finalmente l’ho visitato. E’ molto difficile accedervi perché è nascosto all’interno di una proprietà privata, e per poterlo vedere bisogna chiedere il permesso ai proprietari del terreno, i quali non abitano lì. Oggi ho avuto la fortuna di trovarli proprio in cortile e un po’ controvoglia mi ci hanno accompagnata.
Si tratta di un antico Ninfeo di origine romana, completamente interrato, risalente probabilmente al IV secolo e formato da una vasca ottagonale nella quale si raccoglie l’acqua di una sorgente perpetua – scorre sin da quando ne si ha conoscenza – che dopo aver riempito la vasca scorre fuori in un ruscelletto sinuoso.
Intorno alla vasca coperta da un soffitto a cupola, sono scavate cinque nicchie, che un tempo ospitavano cinque statue, molto probabilmente Dee Matronae celtiche o Ninfe romane. La sorgente era infatti sacra ai celti e solo in epoca romana divenne un Ninfeo: “In età celtica c’era una fontana sacra, diventata poi Ninfeo sotto i Romani” (Grazia Maria Francese, Roh Saelho)
Ecco alcuni branetti tratti da alcuni brevi articoli sul luogo:
“Edificio forse di carattere cultuale interpretato come un ninfeo, che poteva essere dedicato a divinità femminili (Ninfe o dee Matrone).”
Dal sito del Comune di Pombia: “Le nicchie esistenti sulle pareti contenevano probabilmente statue raffiguranti le "Dee Matronae".” “Le nicchie esistenti nelle pareti con ogni probabilità contenevano statue raffiguranti delle dee Matrone, delle quali vi era largo culto nel Novarese e in altre zone del Piemonte, per esempio in Val di Susa.” (http://archeocarta.org/pombia-no-ninfeo/)
Inoltre:
“In Piemonte non risultano altri ninfei; nell’Italia settentrionale sono state localizzate rovine di probabili ninfei nella “villa romana” di Desenzano (BS), e alcuni resti a Verona e a Ravenna.”
Siamo dunque davanti a un luogo unico nel suo genere, specialmente in Italia settentrionale, nel quale certamente le donne si riunivano insieme e trascorrevano del tempo a bagnarsi nella sorgente freschissima – e assolutamente potabile – e a onorare le Dee Matronae prima, e/o le Ninfe in seguito, in coralità e armonia.
Un luogo magico e sacro all’Eterno Femminino, nel quale la presenza della Grande Madre è ancora estremamente forte e percepibile.
Un luogo immerso nel silenzio allietato dal suono melodioso del rigoletto d’acqua sorgiva che si riversa nella vasca e che si intona al canto dei numerosi uccellini che vivono nella boscaglia circostante.
La sua bellezza non si può descrivere a parole, si esprime solo nella commozione di visitarlo e viverlo sulla pelle. Una bellezza di cui si può solo, e con gioia, essere profondamente grate/i.
***
Di seguito vi mostro le foto che ho scattato e che sono fra le uniche mai pubblicate. Chiedo calorosamente di rispettare il mio lavoro e la mia ricerca, riconoscendone la provenienza qualora voleste condividere questo mio breve resoconto o le foto.
Le mie ricerche sul luogo continuano per future pubblicazioni più ricche e sostanziose.
Il Ninfeo di Pombia |
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Ricerca, testo e fotografie di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
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