Alla riscoperta delle antiche Madri delle Acque
Santuario della Madonna della Fontana – San Nazzaro Sesia – Novara – PIEMONTE
In questi ultimi giorni, complice un bellissimo brano sulla pagina Dea in Piemonte, sono stata più volte al Santuario della Madonna della Fontana, sotto il cui altare scorre una sorgente naturale le cui acque contengono proprietà guaritive. La prima volta ci sono stata al crepuscolo, era quasi buio, la luna quasi piena brillava nel cielo limpido, e ho potuto bere in solitudine l’acqua sacra, inginocchiata sui gradini coperti di foglie secche. La seconda volta ho scattato la maggior parte delle foto che vedete, e la terza, ovvero ieri, ho potuto finalmente entrare nel santuario – sempre chiuso perché apre solo per le funzioni domenicali pomeridiane – e vedere la sorgente attraverso il vetro dietro l’altare, anche se per via del freddo il vetro era tutto appannato.
Ero in un santuario cristiano, eppure quella nicchia nascosta dietro l’altare era il richiamo dell’antico, il richiamo di un epoca in cui certamente questo luogo era dedicato – e abitato, come forse lo è ancora – dalle divinità femminili acquatiche. La sorgente che passa sotto terra è la stessa.
Ma partiamo dall’inizio con un po’ di storia del luogo. Nel 1591 “Monsignor Vizia”, visitando il posto notò la presenza di un quadretto affisso sul tronco di un antico rovere. Si trattava di un bassorilievo in cotto – ora incorporato nella parte alta e frontale dell’altare – raffigurante la Vergine col bambino. A pochi passi scorreva una sorgente guaritiva, considerata miracolosa. Il religioso fece allora erigere una cappella in onore della Madonna della Fontana.
Questa col tempo forse si deteriorò, oppure venne appositamente demolita, e fra il 1752 e il 1768 venne costruita l’attuale chiesa. La parte importante della storia non è tanto quella che segue queste date, dopo le quali sono stati apportati vari miglioramenti alla chiesa, ma è proprio in queste prime righe.
Un bassorilievo raffigurante la Vergine con bambino era stato affisso su un grande albero di rovere, accanto a una sorgente sacra. Sappiamo bene che questo succedeva sempre quando, durante la conversione al cristianesimo, i missionari volevano sovrapporre ai culti e alle divinità antiche le proprie cristiane. A pochi chilometri dalla Madonna del Latte di Gionzana, dove era stato trovato il pilastro che nominava Diana, e a pochi chilometri da Casalvolone, Biandrate, Casalbeltrame, e un po’ più lontano Carpignano Sesia, dove in ognuno di questi posti erano state trovate iscrizioni simili (potete consultare le foto del Museo della Canonica di Novara in questa pagina), dedicate a Diana, a Minerva e alle Matronae, risulta più che chiaro che anche e soprattutto questo luogo fosse dedicato alle antiche Dee, o ad una in particolare – suggerirei Minerva-Brighid per l’associazione con il rovere e la sorgente guaritiva – delle acque e dei boschi.
Pertanto la Vergine affissa sull’antico rovere non fu altro che la dimostrazione di questa verità.
***
E ora qualche notizia brevissima sulla sorgente. Questa vena d’acqua si trova proprio sotto l’altare e si divide poi in due vene che passano a lato della chiesa, una a destra e l’altra a sinistra. Si possono infatti vedere, sulle due pareti frontali a destra e a sinistra dell’altare, due grate verticali oltre le quali passa l’acqua. A destra della chiesa la sorgente fuoriesce e può essere raggiunta da alcuni scalini, e attinta con un bel mestolo appeso al muro.
Da una citazione presente sul sito del comune di San Nazzaro Sesia si legge: “In questo ambito la sacralità battesimale cristiana nobilita con verità di fede i miti animistici magici, che conferiscono valore "lustrale" e vitalistico alle fonti naturali.”
***
Attingendo l’acqua per bere, e facendola scorrere fra le dita, ho notato che era leggermente più tiepida rispetto alle mie mani, gelate per la temperatura fredda di questi giorni. La sorgente è sotterranea e nella terra c’è tepore, il gelo non la penetra e l’acqua resta lievemente tiepida rispetto all’esterno.
Questa immagine richiama il calore del grembo terrestre, la fiamma profonda che scalda l’acqua sotterranea, e il sicuro abbraccio della Madre Terra, che accoglie le sue creature, le disseta e le protegge durante l’inverno.
E’ bello immaginare il tempo in cui questo luogo era un boschetto silenzioso, abitato da animali e uccelli, e inverdito da antiche e possenti querce (roveri), fra le quali una, la più grande, era particolarmente cara alla divinità del posto. Fra le querce scorreva la sorgente, da cui veniva attinta l’acqua guaritiva. Forse il luogo era vegliato da vergini dedicate alla custodia della sacra fonte, e devote a colei che vi abitava. Forse l’antica Minerva delle acque, o meglio, Briga o Brighid delle acque e delle querce… A me piace pensarlo…
Il Santuario della Madonna della Fontana di San Nazzaro Sesia |
Il Santuario della Madonna della Fontana di San Nazzaro Sesia |
Il Santuario della Madonna della Fontana di San Nazzaro Sesia |
Il Santuario della Madonna della Fontana di San Nazzaro Sesia |
Ricerca, testo e fotografie di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
Nessun commento:
Posta un commento