29 aprile 2015

La Fata Nerina e il Volo Magico

Lago d'Aï e Torre D'Aï (Lac d'Aï e Tour d'Aï) - Alpi di Vaud - Canton Vaud - SVIZZERA
La Fata Nerina e il Volo Magico

Saliamo un poco più su della nostra Italia settentrionale per incontrare una leggenda simile ad altre della zona alpina. Una leggenda dolce e romantica, ma un po' malinconica.
Esiste un luogo davvero magico sulle Alpi di Vaud. Un laghetto minuscolo è circondato da prati verdissimi, rocce e arbusti, e poco distante, una parete di pietra verticale, la Torre di Mayen, è posta proprio di fronte alla sua gemella, la piccola Torre d'Aï. Lungo il lato nord della Torre, c'è una soglia a forma circolare, che si apre su una grotta ombrosa. Qui, si diceva che un tempo vivessero le Fate, e la grotta si chiama Barma delle Fate d'Aï.
Gli abitanti di Leysin, dicono che proprio ai piedi di questa apertura rotonda, vennero trovati dei piccoli ditali, delle forbicine e dei pezzetti di stoffa, segno che le Fate che vi abitavano cucivano e forse ricamavano, nella pace e nell'armonia.
Le Fate d'Aï erano protettrici delle greggi e delle mandrie, e vegliavano su di esse, rendendo abbondante il loro latte. Per ringraziarle del loro servizio, i pastori lasciavano sul tetto di una baita un secchiello pieno di deliziosa panna tutta per loro.

Narra la leggenda che la più giovane delle Fate, la bellissima Nerina - o Nérine - si era innamorata di un bel pastore di nome Michele - o Michel.
La Fata era talmente bella che solo a guardarla si rimaneva abbagliati. Aveva la carnagione chiara e rosata, e una cascata di lunghi capelli neri come l'ebano. Vestiva di un abito bianco e lucente come la neve e aveva stelle fra i capelli e negli occhi, che brillavano d'amore e gioia.
Il giovane Michele, però, era innamorato di una fanciulla del suo paese, e non aveva occhi e cuore che per lei.
Nerina comparve davanti a lui un bel giorno, e gli chiese di discorrere insieme. A lungo parlarono del senso della vera Felicità. Nerina avrebbe voluto mostrare a Michele una Felicità divina, e avrebbe voluto sposarlo e condurlo nel suo regno incantato, ma per Michele l'unica vera felicità era il suo paese, e il dolce pensiero della fanciulla che vi abitava, tenera e "timida come un camoscio".
Nerina invitò Michele a fare un viaggio con lei. Trasformò una rosa senza spine in una carrozza alata, e migliaia di rondini accorsero con filamenti d'oro per sollevarla nel cielo e trainarla sopra le candide vette.
Michele era felice, felice come non era mai stato. Eppure il bel viaggio sulle valli e sui monti, non bastò. Egli volle tornare al suo paese e il suo pensiero era ancora rivolto alla fanciulla amata.
Le rondini riportarono indietro la carrozza alata, e atterrarono dolcemente sulla cima della Torre d'Aï.

Nerina allora condusse il giovane in una grotta segreta, luminosa e costellata di diamanti che sembravano stelle lucenti...
Mangiarono seduti a una tavola imbandita di delizie, e di nuovo la Fata volle discorrere della vera Felicità e donare il suo Amore a Michele. Ma lui di nuovo rispose che per lui la felicità era il suo paese... e il suo pensiero tornava alla fanciulla. Nerina allora si spazientì, e rattristata dal rifiuto del giovane di accogliere la Felicità delle Fate, batté con la sua bacchetta e la grotta si fece buia e spoglia.
Il giovane tornò al suo paese e sposò la sua bionda fidanzata, mentre Nerina non poté far altro che sospirare e tornare fra le sue sorelle.

La storia, però, racconta che un'altra fanciulla era innamorata del pastore, e questa era molto gelosa e vendicativa.
Successe che, accecata dall'invidia e dalla gelosia per i lunghi viaggi che Michele faceva con la bellissima Nerina, lei volle farle un dispetto.
Spinse uno stolto pastorello a sfregare il bordo del secchio della panna riservata alle Fate con della radice di genziana. La panna divenne amara e guasta, e la sera stessa, un urlo fece tremare le montagne.
Erano le Fate, che avevano assaggiato la panna ed erano rimaste profondamente offese per l'oltraggio subito.
Da allora se ne andarono per non tornare più, e allontanandosi da quel bel luogo portarono via con sé anche la loro Fortuna e la protezione divina che avevano sempre donato ai montanari.
Le mandrie e le greggi, che non erano più protette, si dispersero, e molte mucche e pecore caddero nei dirupi.

Nerina e le sue sorelle migrarono in altri luoghi...
Chissà se torneranno?

***

Questa storia viene spesso interpretata con il motivo dell'amore per la patria, l'amore per le Alpi e la loro bellezza naturale. Il giovane Michele resta fedele alla sua montagna, incarnata anche dalla bionda alpigiana. Tuttavia la storia ha anche un senso diverso e più profondo, e narra del rifiuto di una Felicità divina da parte di un giovane che, avendo a disposizione il raro e prezioso dono dell'Amore delle Fate, preferisce la normalità mondana e non accetta la loro Fortuna.
La bella Fata allora fa scomparire i doni della grotta incantata e il volo delle rondini, e riporta il pastore alla sua vita.
Egli non è ancora pronto per abbracciare il divino.

***

La leggenda ricorda che un tempo era forte la presenza del Sacro Femminino nella zona delle Alpi di Vaud - in italiano, le Alpi Vodesi - ma come in moltissimi altri luoghi, questo si allontanò, si spense per via di offese e atti sacrileghi. Spesso è la gelosia delle donne d'animo ostile e povero ad allontanare le Fate, e ancora più spesso sono gesti e offese recate loro dall'uomo patriarcale e dalla nuova religione cristiana.
In ogni caso, le Dée si allontanano...
Si inabissano nei laghi, si immergono nelle foreste, entrano nel cuore delle grotte, diventano pietre, alberi o acque turchesi...
Ma possono essere cercate, possono essere ritrovate, se ci si accosta a loro con animo sincero e amorevole, con gratitudine e armonia nel cuore.

Chissà che la bellissima Nerina dai capelli color dell'ebano, pieni di stelle lucenti, e dalle vesti bianche e luminose come la neve, non torni con la sua carrozza trainata dalle rondini e conduca con sé coloro che, con gioia e abbandono, accetteranno l'immenso dono del suo Amore?

***

" – Où est-il le temps, le joli temps des bonnes fées d’autrefois?"
(Nérine et Michel)

Nerina e Michele

Il Lago d'Aï- Foto reperita in rete

La Torre d'Aï- Foto reperita in rete

Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.

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