13 gennaio 2015

Le Matronae e l'antica Dea dei Boschi nel Novarese

Studiare e immaginare per anni antichi reperti lapidei dedicati alle splendide Matronae celtiche, e vederli, toccarli, accarezzarli, "sentirli" tenendo appoggiata una mano sulla loro superficie ruvida, e commuoversi davanti ad essi, non è la stessa cosa.
E finalmente oggi ho potuto viverli, sospirando piena di felicità e commozione per la gioia di averli trovati.
Le ricerche nell'ambito del culto delle Matronae celtiche, e dunque del culto della Madre antica nella zona piemontese sono arrivate ad una importante svolta in questo ultimo periodo, quando, grazie all'aiuto di una vecchia archeologa, ho finalmente ricucito molti frammenti e ho cominciato a comprendere il loro disegno.
Perché le Matronae dell'area cisalpina sono diverse da quelle dell'area transalpina? Le "nostre" Matronae sono fanciulle danzanti, giovani, verginee, gioiose. Danzano tenendosi per mano e attorno a loro crescono querce e fiori, alberi e vegetazione rigogliosa, ovvero l'ambiente boschivo, naturale, selvatico ma allo stesso tempo dolce, tipico della zona che circonda i fiumi Ticino e Sesia. Ebbene, forse la loro diversità dalle Matronae transalpine, che hanno un aspetto più materno e, se vogliamo, un pochino austero, ma circondato dall'abbondanza della fruttificazione, dei doni della terra, e dunque della prosperità e del nutrimento, è data dal fatto che effettivamente il loro carattere era differente, forse perché in più di una iscrizione loro sono associate a Diana. O meglio, alla misteriosa dea dei boschi, degli animali, della fanciullezza, della verginità, della libertà, della danza gioiosa e dell'armonia, che i romani "interpretarono" come una divinità simile, e dunque assimilabile, alla loro Diana.

Ecco dunque lo spirito e l'essenza delle Matronae cisalpine, che si rivelano proprio dalla loro unione con Diana, dalla loro identificazione con Diana e con il sacro paesaggio che Diana evoca.
Le "nostre" Matronae, al pari della divinità gioiosa, virginea e boschiva che venne chiamata Diana, sono dee "dei boschi, degli animali, della fanciullezza, della verginità, della libertà, della danza gioiosa e dell'armonia".
Sono dee della natura sacra, libera, inviolata.

Ovviamente quanto ho scritto sono semplicemente mie intuizioni, deduzioni, che non hanno riscontro in testi o ricerche di rinomati studiosi. Pertanto possono essere prese con cautela o condivise pienamente, ma allo stesso tempo appartengono a me e alla mia sensibilità nel "leggere" i segni del passato, pertanto se le sentite vostre e volete "rimaneggiarle" e diffonderle a vostro modo, vi chiederei per favore di avvertirmi, nel rispetto del mio lavoro e della mia ricerca.
Di seguito riporto le foto (con descrizione) che ho scattato ai cippi votivi e alle targhette esplicative, che contengono moltissime informazioni preziose.
I reperti sono conservati ai Musei della Canonica di Novara, e sono solo alcuni dei moltissimi trovati in questa zona.
Le ricerche degli altri reperti lapidei dedicati alle Matronae continuano.

ALBUM FOTOGRAFICO

Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.

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