La Danza delle Masche e la Fanciulla Capretta
...sempre nel luogo che circonda la Pietra delle Madri (vedi sotto), ovvero nella bella Valle di Viù, ancora oggi sono sopravvissute molte leggende che ci ricollegano a un tempo antico, nel quale le Sacerdotesse della Grande Madre danzavano al chiaro di luna per propiziare la Nascita, la Fertilità della terra, la Fortuna, la Gioia e l'Amore. Nelle fiabe queste donne sacre sono diventate spesso streghe, o "masche", come vengono chiamate in queste zone.
Una di queste leggende è narrata a proposito della Conca dei Tornetti, un luogo suggestivo e incantato.
Si dice che nelle vicinanze del Colle Pian Fum un tempo si riunissero, di venerdì sera, le streghe delle Valli di Lanzo, per danzare segretamente e per compiere i loro riti.
Invece, nella splendida zona dei Laghi di Viana, e in particolare nella frazione Polpretta, che si attraversa per raggiungere la Conca dei Tornetti, si racconta la storia di una bella fanciulla, che sapeva trasformarsi in capretta e che in tal forma amava passeggiare nei bei prati assolati.
La giovinetta si era fidanzata con un ragazzo, il quale spesso la andava a trovare e trascorreva con lei ore piacevoli. Un giorno, però, dopo che lui si fu allontanato per tornare a casa, le venne voglia di trasformarsi in capretta e di correre nella vallata. Il ragazzo vide la capretta lungo la via del ritorno, e ritenendo che si fosse persa le legò una cordicella intorno al collo alla quale era appeso un crocifisso. La capretta si lamentava e scalciava, ma lui la condusse a fatica nella sua stalla e la lasciò lì tutta la notte.
Il mattino seguente tornò nella stalla e vide che legata alla cordicella c'era la sua bellissima fidanzata, nuda e infreddolita. Egli, però, era un uomo di forti principi cristiani, e guardò inorridito quella che fino a poche ore prima era stata la sua amata, la quale si era trasformata con un incantesimo e a causa del crocifisso sulla cordicella non era riuscita a liberarsi in tempo. Con disgusto la accusò di essere una strega e la cacciò via, dicendole di non farsi vedere mai più.
La fanciulla allora fuggì (e senza dubbio ebbe un destino migliore di quello prospettato da un matrimonio con un simile giovane).
In questa leggenda traspare l'opposizione fra le antiche tradizioni legate al culto della Dea Madre, nel quale le fanciulle erano talmente in sintonia con la Natura da poter assumere - probabilmente in spirito - le sembianze di animali, o dell'animale che a livello spirituale le rappresentava di più; e la religione cristiana, che ne era feroce nemica.
E' anche facilmente riconoscibile uno dei frammenti del motivo comune a moltissime altre leggende, ovvero l'Inabissamento del Sacro Femminino, l'allontanamento e il rifiuto dell'antica sacralità femminile.
La fanciulla-capretta, riconosciuta come donna selvatica, viene scacciata, e certamente con il suo allontanamento anche la preziosa fortuna e le benefiche influenze che queste donne sacre offrivano alle genti, svaniscono.
Tornando al luogo in cui nacque questa leggenda, connesso al culto della Madre in particolar modo dalla presenza della preziosa Pietra delle Madri, possiamo anche in questo caso affermare che in tutta la zona della Valle di Viù erano presenti e forti le tradizioni femminili e le ritualità arcaiche della danza propiziatoria e delle trasformazioni in animali.
La Conca dei Tornetti - Foto reperita in rete |
Il Lago di Viana - Foto reperita in rete |
Il Lago di Viana - Foto reperita in rete |
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
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