22 dicembre 2014

La Pietra delle Madri

Viù - Provincia di Torino - PIEMONTE
La Pietra delle Madri

Ci avviciniamo al Solstizio d'Inverno, un momento dell'anno che le nostre antenate e i nostri antenati festeggiavano per il lento ritorno della luce e della fertilità della terra. Durante questi giorni si onoravano le divinità portatrici di luce, specialmente le Dée che rappresentavano la luce oppure la portavano nel grembo, non sempre come simbolo di un bambino divino, principio solare maschile, ma anche come parte di loro stesse in quanto emanazioni di luce, simboli solari femminili ed elargitrici di nutrimento, calore e abbondanza. Proprio nel giorno in cui oggi festeggiamo la vigilia di Natale, fra gli antichi popoli anglosassoni si celebrava la misteriosa Modranicht, la “Notte delle Madri”, durante la quale venivano svolti riti e offerte in onore delle Madri - probabilmente le antichissime Matres, venerate nella forma di tre o più donne dai popoli pre-cristiani europei. Proprio in onore delle Matres, le amorevoli e generose Madri antiche, foriere di nutrimento e luce, e regolatrici del Destino degli uomini, proponiamo questa brevissima ricerca che riguarda il Piemonte.
Qui nel Nord Italia, ovvero nella zona della Gallia Cisalpina, le Madri venivano chiamate soprattutto Matronae e la loro presenza nei culti antichi, rilevata dai numerosissimi rilievi preistorici a loro dedicati, era diffusa pressoché ovunque.
Uno di questi importanti rilievi venne trovato nel 1800 a Viù, in provincia di Torino. Si tratta di un “masso di tradizione celtica con le incisioni protostoriche delle matrone di Viù nel quadro della religiosità delle popolazioni preromane”, che nell'800 venne poi utilizzato come torchio per la spremitura delle noci.
Esistono pochi studi su questo masso, ma appare chiaro che richiami le Madri venerate nella zona, e possiamo presumere che, come nel caso di quasi tutte le altre iscrizioni e rilievi dedicati alle Matronae celtiche, fosse stato realizzato come offerta o ringraziamento a Loro.
Un masso votivo, dunque, in onore delle antichissime Madri divine, che vegliavano sulla vita quotidiana del popolo, determinavano il destino di ognuno, e propiziavano l'abbondanza dei raccolti.
Dal rilievo possiamo anche ipotizzare che le Madri stiano danzando, e la danza corale è in effetti una caratteristica comune a moltissime raffigurazioni delle Matronae celtiche “cisalpine”. Una danza di Gioia e benedizione, foriera di tutte le buone virtù che una Madre divina potrebbe concedere ai propri figli.

La presenza di questo masso, chiamato “Pietra delle Madri”, o “Pietra delle Tre Madri”, oppure ancora Masso Falchero, dal nome del donatore, determina senza alcun dubbio la presenza dei culti della Grande Madre in tutta la zona piemontese, e in questo caso in quella delle Valli di Viù, in provincia di Torino.
Esistono numerose leggende sulla Valle di Viù, nelle quali è frequente la presenza delle streghe - chiamate “masche” ed eco delle antiche Sacerdotesse dei culti femminili - che danzano sui colli, nelle notti stellate, e che sanno tramutarsi in animali, specialmente in caprette.

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La citazione fra virgolette proviene dalla presentazione del libro La Pietra delle Madri a Viù, di Filippo Maria Gambari.
Le foto mostrano la Pietra delle Madri e la zona montuosa e boscosa che fa da scenario al luogo del loro ritrovamento.
Una zona rigogliosa e verdissima che un tempo, come ogni luogo naturale, era considerata sacra, una manifestazione vivente del corpo della Grande Madre.
In quei boschi verdi e silenziosi, oppure spogli e coperti da un candido strato di soffice neve, possiamo affermare che venissero svolte danze sacre e riti segreti dedicati alla Dea antica.

La Pietra delle Madri di Viù - Foto reperita in rete

La Pietra delle Madri di Viù - Foto reperita in rete

Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.

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