Nell'intervento precedente ho descritto ciò che ho potuto trarre dai culti alle Matronae e alla virginea Dea dei Boschi nell'Italia settentrionale, in particolare nel Novarese.
Tuttavia le Matronae e la "romanizzata" Diana, non erano le uniche divinità femminili di cui esistevano culti antichissimi in questa zona.
La "interpretatio" romana ci parla anche di una misteriosa Minerva, alla quale sono state dedicate diverse iscrizioni.
Procedendo a ritroso nel tempo, ovvero al periodo che precedette la presenza romana in queste terre, una delle divinità più amate, che forse potrebbe essere stata associata per le sue caratteristiche alla Minerva romana, potrebbe essere Belisama, oppure Brighid - ricordiamo il paesello di Briga Novarese e quello di Briona.
Queste divinità erano probabilmente legate alle acque salutifere, alla guarigione, alla medicina e alle arti, ovvero al fuoco dell'ispirazione, e alla sacra fiamma che scalda e trasforma.
Tutti elementi che si sposano perfettamente con la Minerva romana.
Tutto ciò che sappiamo, che possiamo vedere e toccare, sono questi cippi, dove la nostra dea indigena viene appunto chiamata Minerva.
Interessantissima anche la spiegazione sulla targa esplicativa che introduce l'osservazione dei reperti lapidei.
ALBUM FOTOGRAFICO
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
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