La Corsa delle Fate e il Laghetto del Tesoro vegliato dalle Streghe
Anche il Monte Civrari era un luogo prediletto dalle Fate ed era particolarmente legato a una delle molte varianti della leggenda della Corsa delle Fate, spesso guidata in altri luoghi dalla luminosa Dea Berchta.
Le Fate del Civrari “volano rapidamente o corrono sui colli e le creste frastagliate”, sono bellissime fanciulle e appaiono di notte. Così la loro Corsa viene descritta dall'autrice e ricercatrice Maria Savi Lopez, che ebbe la fortuna di ascoltarne un resoconto dalle labbra di un vecchio montanaro del Civrari, che l'aveva vista:
“(...) e mentre il vecchio descriveva la visione apparsagli in quella notte, mi pareva di veder passare le fate colle corone di edelweiss (stelle alpine), ritte sui carri di fuoco, in uno splendore di luce, seguite dai folletti nella corsa vertiginosa sulle creste, i colli e le altissime cime.”
“In questa credenza della corsa notturna delle fate sulle nostre Alpi Graie, che non devesi confondere colla ridda delle streghe, trovasi molta relazione con altre credenze che durano ancora su tutta la catena delle Alpi; e specialmente verso il Tirolo e le regioni austriache, ove si ha viva memoria della dea Bercht, che ebbe un culto esteso nell'antichità e venne ricordata da Tacito.”
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“Monte Civrari” significa letteralmente “Monte delle Capre”, forse perché è particolarmente frequentato da caprette e caproni. Un'altra leggenda narra che nel laghetto che bagna le falde del Civrari era nascosto un grande tesoro, ma che fosse pericoloso avvicinarvisi perché era un luogo “infestato” dalle “masche” e forse anche dal diavolo. Per questo motivo il parroco di Col San Giovanni si recava ogni anno al grazioso specchio d'acqua per benedirlo.
Che un parroco si sentisse in dovere di benedire ogni anno un laghetto solitario, forse per bandire il ricordo delle Streghe - le “masche” - che lo frequentavano spesso, dimostra che questo doveva essere senza alcun dubbio un luogo dedicato all'antico culto pre-cristiano.
Il fatto che le Streghe visitassero il laghetto potrebbe rivelare che tale culto fosse rivolto alle Dee delle Acque.
Forse il laghetto, che nascondeva un grande tesoro, era vegliato dalle Streghe che ben lo conoscevano e celebravano le loro magiche riunioni vicino alle sue rive, accanto alle sue limpidissime acque verdi.
La loro presenza al laghetto, nonché la leggenda che proprio sul Monte Civrari corresse il Corteo delle Fate, fanno rientrare certamente questo luogo fra quelli legati al culto antico della Grande Madre.
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Una delle foto che seguono mostra una statuetta della Madonna inserita in una nicchia naturale nella roccia della parete montuosa. Un chiaro segno del tentativo di trasformare il culto della Grande Madre in quello della Vergine cristiana.
Che anticamente, quella nicchia nella roccia ospitasse una statuetta della Dea...? Non possiamo saperlo, ma l'ipotesi è più che lecita :)
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Le citazioni provengono da Leggende delle Alpi, di Maria Savi Lopez.
Per approfondire la leggenda della Corsa delle Fate guidata dalla Dea Bercht/Berchta, della quale esiste un forte richiamo sul Monte Civrari, potete consultare questa ricerca:
http://www.tempiodellaninfa.net/public/print.php?sid=155
Sul Monte Civrari - Foto reperita in rete |
Un piccolo lago sul Monte Civrari - Foto reperita in rete |
Un piccolo lago sul Monte Civrari - Foto reperita in rete |
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
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