Il Pianoro delle Streghe
Ogni qual volta le leggende popolari nominano le Fate o le Streghe in riferimento a qualche luogo particolare, percepiamo forte l'eco delle antiche Tradizioni Femminili, dei loro culti segreti, dei loro spazi preferiti in cui, spesso, tali culti venivano celebrati. E le celebrazioni, nonché i riti sacri delle Tradizioni Femminili, erano sempre manifestazioni gioiose, armoniose e spesso fortemente legate all'Amore.
Nella misteriosa Val d'Ossola, il luogo prediletto dalle Streghe era il Monte Cistella, e in particolare il Corno di Cistella. Si diceva che a volte si potevano intravedere nel buio del crepuscolo certe processioni luminose che lentamente raggiungevano le alte vette, e che una magica nebbiolina avvolgesse poi le montagne, forse per nascondere dietro a un velo inaccessibile le feste delle Donne.
Ecco alcuni estratti che narrano di come le Streghe fossero viste dagli ossolani, specialmente riguardo al Monte Cistella, al Corno di Cistella e al Pizzo Diei:
"Ritrovo classico delle streghe d'Antigorio era la sommità del Corno di Cistella, ove le masche, trasformate in gatti e volpi e talora in bellissime fanciulle con le chiome al vento, si radunavano (...) a ballare (...)."
"La fantasia popolare vede facilmente le streghe dappertutto ove la natura è selvaggia e poco abitata. Abbiamo perciò il lago delle streghe, il piano delle streghe, il passo delle streghe, ecc. Ma dove le streghe abitano di preferenza è al Cistella. Lassù stanno a loro agio, colle chiome al vento da nessuno disturbate; là si aggirano di nottetempo in misteriose processioni; lassù stendono il loro bucato, e si abbandonano a danze vorticose con i cornuti stregoni."
"(...) erano esse stimatissime donnette che sei dì alla settimana andavano a messa e poi il sabato a cavallo d'una scopa trottavano sul Cistella per la tregenda. Oh! Che strani fantasmi nudi al chiaro lunare! Scendevano fino a terra i lunghi capelli; gli occhi lucevano d'un magico bagliore; un'ebbiza gioia scintillava sui bruni volti e come serpi guizzavano l'agili membra, ballando il minuetto."
Sempre sul Monte Cistella, per raggiungere le loro danze di gioia e luce, le Streghe assumevano soprattutto la forma di volpi, gatti neri, civette e cani.
Sulla Rovina di Montescheno "si vedono (...) graziose giovanette che, se osservate nelle loro tregende dai non iniziati, si trasformano in lumicini policromi."
***
Ecco dunque le Donne Fatate della Val d'Ossola, sopravvissute soprattutto in forma di Streghe.
Come tutte le Donne delle antiche Tradizioni Femminili legate al culto della Grande Madre, esse possono trasformarsi in animali, danzano, sono bellissime e gioiose, i loro occhi brillano e veniamo anche a sapere - e raramente questo particolare viene riportato nelle leggende - che possono assumere la forma di Lucine colorate, che danzano e volano nel segreto delle radure, delle vette e dei boschi sacri.
Gli elementi della religione della Grande Madre, ovunque, sono sempre gli stessi e coloro che fanno parte di tali culti rispecchiano e si fondono con la Natura totalmente, assumendone forme diverse e, infine, tornando ad essere purissime essenze luminose, che incantano e si incantano sotto ai raggi di Luna.
***
Le citazioni provengono da "Leggende delle Alpi. Il mondo fantastico nella Val d'Ossola" di Paolo Crosa Lenz.
Il Monte Cistella - Foto reperita in rete |
Il Monte Cistella - Da sinistra il piccolo Corno di Cistella, la cima piatta del Monte Cistella e la cima piatta del Pizzo Diei - Foto reperita in rete |
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
Nessun commento:
Posta un commento