Sambughetto - Valstrona - Verbano-Cusio-Ossola - PIEMONTE
Le Streghe di Sambughetto
Il paese di Sambughetto, in Valstrona, è noto per le sue grotte... e per le sue streghe. Queste donne erano solite tendere un lungo filo che dalla soglia della loro grotta raggiungeva il campanile della chiesa, e su quel filo si appollaiavano nottetempo, in forma di gufi, gatti, galline e altri animali.
Ma di loro si narrano anche altre storie, e la loro grotta, l'Boeucc dal Faj (il Buco delle Fate) è davvero un luogo speciale e magico...
25 gennaio 2020
24 gennaio 2020
La Dea Cervo di Aosta
Museo Archeologico Regionale – Aosta – VALLE D'AOSTA
La Dea Cervo valdostana
Il tempo dell’emersione dal sonno sta arrivando, e anche questa pagina, rimasta dormiente a lungo, si risveglia e si rinnova.
Durante questi mesi le ricerche sono continuate, ho viaggiato con il corpo e con la mente, ho potuto conoscere tanti nuovi argomenti, tante suggestioni e ispiranti frammenti del sacro femminino che fa parte del nostro passato.
In una delle mie gite dedicate alla ricerca sul territorio sono stata ad Aosta, allo splendido Museo Archeologico Regionale, che vi consiglio vivamente di andare a vedere perché è unico nel suo genere.
Non voglio soffermarmi sul suo bellissimo percorso labirintico e su tutti i tesori che custodisce, perché ne ho parlato nel mio Diario di Viaggio – se volete, lo trovate qui – ma su ciò che più di tutto concerne la mia ricerca e l’argomento sul quale si basa questa pagina: la Grande Madre.
Una parte del museo è infatti dedicata ai culti valdostani, in particolare aostani, ovvero alle preziosissime statuette, alle steli votive, e ai simboli cultuali rinvenuti nel territorio di Aosta.
Premettendo che tutte queste divinità sono passate attraverso la interpretatio romana, e che quindi celano sotto la superficie del loro nome romano divinità precedenti, celtiche o pre-celtiche, che per la somiglianza con alcune specifiche attitudini delle dee romane vennero in tal modo rinominate, possiamo affermare che ad Aosta si venerassero la boschiva Diana, Fortuna e Luna, poi le grandi Matronae, l’amorosa Venere, la ieratica Giunone e addirittura Iside, per la presenza di un uccello dal volto femminile incoronato, in tutto simile a quelli mediterranei.
Ma colei su cui voglio soffermarmi di più è la dea che viene chiamata Giunone, ma che dal reperto ad essa attribuito ricorda qualcosa di molto diverso.
La Dea Cervo valdostana
Il tempo dell’emersione dal sonno sta arrivando, e anche questa pagina, rimasta dormiente a lungo, si risveglia e si rinnova.
Durante questi mesi le ricerche sono continuate, ho viaggiato con il corpo e con la mente, ho potuto conoscere tanti nuovi argomenti, tante suggestioni e ispiranti frammenti del sacro femminino che fa parte del nostro passato.
In una delle mie gite dedicate alla ricerca sul territorio sono stata ad Aosta, allo splendido Museo Archeologico Regionale, che vi consiglio vivamente di andare a vedere perché è unico nel suo genere.
Non voglio soffermarmi sul suo bellissimo percorso labirintico e su tutti i tesori che custodisce, perché ne ho parlato nel mio Diario di Viaggio – se volete, lo trovate qui – ma su ciò che più di tutto concerne la mia ricerca e l’argomento sul quale si basa questa pagina: la Grande Madre.
Una parte del museo è infatti dedicata ai culti valdostani, in particolare aostani, ovvero alle preziosissime statuette, alle steli votive, e ai simboli cultuali rinvenuti nel territorio di Aosta.
Premettendo che tutte queste divinità sono passate attraverso la interpretatio romana, e che quindi celano sotto la superficie del loro nome romano divinità precedenti, celtiche o pre-celtiche, che per la somiglianza con alcune specifiche attitudini delle dee romane vennero in tal modo rinominate, possiamo affermare che ad Aosta si venerassero la boschiva Diana, Fortuna e Luna, poi le grandi Matronae, l’amorosa Venere, la ieratica Giunone e addirittura Iside, per la presenza di un uccello dal volto femminile incoronato, in tutto simile a quelli mediterranei.
Ma colei su cui voglio soffermarmi di più è la dea che viene chiamata Giunone, ma che dal reperto ad essa attribuito ricorda qualcosa di molto diverso.
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