La Fata del Colombera e il Carnevale di Pont Saint Martin
La Valle del Lys è colma di leggende e luoghi sacri dedicati al sacro femminino, e forse qualcuna/o di voi ha già sentito parlare della bellissima Fata del Colombéra, la cui storia è diventata una tradizione che in un certo senso è arrivata fino ai giorni nostri.
La Fata viveva in una grotta incantata scavata nel vallone di Réchanter, e su di lei vengono narrate alcune vicende. Ma forse ciò che è più interessante è proprio l’epilogo della sua storia. La Fata un tempo era molto amata, ma col trascorrere dei secoli i paesani di Perloz, avevano iniziato a non guardarla più di buon occhio, finché le ostilità erano cresciute a tal punto che lei decise di abbandonare i suoi monti. Ma prima, per vendicarsi, scatenò un grande temporale, e lassù dove abitava arrestò il corso del Lys, fece formare un lago, e poi, repentinamente restituì al torrente il suo flusso, che però fu immenso e impetuoso.
Lei si erse sull’acqua, a cavallo dell’onda gigantesca, e si riversò giù dalle vette, unendosi al torrente e proseguendo furiosa verso la Dora.
Nei pressi di Pont Saint Martin, tutti gli abitanti vedevano avvicinarsi la bella e altera Fata sulla cresta dell’onda, e temendo che al suo passaggio distruggesse il loro amato ponte, le dissero “Piega il capo, bellezza, lasciaci il nostro ponte.”
A quelle dolci parole, la Fata si intenerì, abbassò la testa e passò sotto al ponte senza sfiorarlo, gettandosi poi nella Dora, dove cominciò a cantare in modo dolcissimo…
L’onda si dissolse nel fiume, e poco a poco il canto della Fata si affievolì, e infine cessò.
La Fata del Colombéra sembra dunque essere un’antica divinità che viveva presso le sorgenti del Lys, o vicino ad alti torrentelli montani, in una grotta rilucente di cristalli. Una divinità che un tempo era molto amata e onorata, ma che col tempo venne dapprima ripudiata, e in seguito ri-conosciuta. L’appellativo “bellezza” non è solo un complimento rivolto alla bella Fata, ma potrebbe essere un “vero” riconoscimento da parte del popolo dell’antica divinità, alla quale viene chiesto di proteggere la città.
E la Fata, intenerita e riconoscente per le gentili parole, acconsente, e in un gesto estremamente aggraziato piega il capo e salva il ponte.
Si potrebbe pensare che se il popolo non avesse voluto riconoscere l’antica dea acquatica, e non l’avesse pregata con dolci parole, lei non avrebbe abbassato il capo, e il ponte ne sarebbe stato distrutto.
Per questo motivo, questo passaggio della leggenda, che si focalizza sul riconoscimento del sacro femminino, è estremamente importante e merita una riflessione.
La Fata del Colombéra, tuttavia, non scomparve del tutto, ma restò viva nella tradizione popolare.
Dal 1952 e ininterrottamente ogni anno, durante il Carnevale di Pont Saint Martin, fra i personaggi tradizionali come il Diavolo – il ponte di Pont Saint Martin è proprio uno dei famosi “ponti del diavolo” sparsi in tutta Italia – San Martino, i Romani, e altri personaggi minori, spicca “la Ninfa del Lys”, sempre accompagnata da due ancelle.
La Ninfa del Lys è interpretata ogni anno da una donna diversa, così come le ancelle, che devono sempre essere ragazze giovani e carine, e veste sempre un abito dei colori delle acque, la cui realizzazione spetta a lei.
Caratteristiche della Ninfa sono la gentilezza e il sorriso, e dal suo carro di Carnevale a forma di onde acquatiche è solita spargere fiori e caramelle.
Ecco, dunque, come da un’antica leggenda, e probabilmente da culti ancora più antichi, sia giunta a noi un’eco che, per quanto debole e “adattata” ai nostri tempi, nei quali spesso e volentieri si interpretano con eccessiva leggerezza, come in un frivolo gioco, Fate e Dee potenti, è tuttavia degna di nota.
E’ anche possibile che la Fata del Colombéra sia una di quelle antiche divinità che in questa pagina sono state soprannominate “le Dee Inabissate”, ovvero quelle antiche Dee che, un tempo onorate, non lo furono più con l’arrivo del patriarcato e delle nuove religioni, e simbolicamente si inabissarono in mari, fiumi e laghi, scomparendo dal mondo comune… ma sopravvivendo in quello più nascosto, quello non accessibile a tutti, quello “oltre la superficie dell’acqua”.
Pont Saint Martin - Foto reperita in rete |
Il bellissimo torrente Lys |
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