La Fata dai Piedi Caprini
Dopo diverso tempo torno con gioia a questa pagina, riportando alcuni accenni delle ricerche svolte negli ultimi mesi.
Visitando alcuni posti della Valle d’Aosta, mi sono innamorata di questa regione e ho iniziato a cercare luoghi, leggende e tradizioni che possano essere riferibili alla Grande Madre, trovandola costellata di frammenti di sacro femminino e di scenari incantevoli che spero di poter visitare per poi condividere qualche foto e descrizione raccolte direttamente sul posto.
Ma come scrivevo poco tempo fa, non è questo lo scopo di questa pagina, che è nata essenzialmente per far conoscere luoghi vicini e lontani, facilmente agibili o molto difficili da raggiungere, legati al Sacro Femminino, senza doverli per forza visitare, ovvero per puro amore di conoscenza e di riscoperta della Grande Madre nella terra che le appartiene e la raffigura in tutte le sue forme.
Oggi vorrei quindi accennare a una leggenda di cui mi sono innamorata, e che più avanti riprenderò integralmente dal testo nel quale l’ho trovata.
Si tratta della leggenda della Fata dai Piedi di Capra, che abitava insieme alle sue numerose sorelle vicino alle sponde dell'ameno Laghetto di Leser, a Champdepraz.
La storia narra che un giorno le belle Fate erano riunite accanto al lago, dove forse giocavano, ridevano, danzavano e si pettinavano i lunghi capelli, quando arrivò un pastore che le sorprese inaspettatamente e le fece fuggire. Una di loro, però, intenta a raccogliere genziane e violette, non si accorse della presenza del giovane, e quando lo vide fece per fuggire ma lui, incantato dalla sua bellezza, la trattenne dolcemente e le sorrise. Anche la Fata rimase piacevolmente colpita dal bel pastore, e così sedettero a parlare.
La sera il giovane scese con le sue pecore, ma la mattina successiva tornò sulle sponde del laghetto, e anche la Fata lo attese… così si videro più e più volte, e fra loro nacque un tenero amore.
Le sorelle della bella fanciulla, però, erano invidiose, e forse un po’ gelose delle attenzioni che la Fata dedicava all’uomo, così le giocarono uno scherzo. Ritagliarono un lembo della sua veste e così, quando la fanciulla si sedette con il pastorello l’abito si alzò sopra le caviglie, e scoprì i suoi irsuti piedi caprini.
Il pastore inorridì e fuggì lontano, mentre la bella Fata piangeva e urlava al vento il suo nome. Ma inutilmente, il giovane non si vide mai più, e la fanciulla, col cuore spezzato, batté i pugni sulle rocce e la rupe si spezzò. Da quel giorno le sponde del laghetto si intristirono, affiorarono i sassi, l’erba e i fiori divennero più radi, e tutte le Fate scomparvero per sempre.
Così è il cuore dell’uomo, codardo e volubile, e ciechi al vero Amore sono i suoi occhi.
La leggenda richiama la figura dell’Anguana dai piedi di capra, la cui presenza è molto diffusa sulle Dolomiti, ma in questo caso le Fate caprine appaiono strettamente connesse anche con la Valle d’Aosta, e pare popolassero i suoi monti in tempi antichi, portando fortuna e benessere ai loro abitanti.
Una traccia molto preziosa della presenza del Sacro Femminino in Valle d’Aosta, nella forma di semi-dee caprine, ovvero di donne selvatiche, di salvadeghe o salighe – le figlie della Regina delle Fate e, più comunemente, della Grande Madre dei monti e dei boschi alpini.
Il Laghetto di Leser - Foto reperita in rete |
Il Laghetto di Leser - Foto reperita in rete |
Il Laghetto di Leser - Foto reperita in rete |
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.
Nessun commento:
Posta un commento