24 febbraio 2017

Il culto della Dea Vesta e del suo Fuoco Sacro

Monte Vesta e Valvestino – Brescia – LOMBARDIA
Il culto della Dea Vesta e del suo Fuoco Sacro

“Per nulla conosciuta e del tutto sottostimata è l’evidenza, in tutta Italia, dal nord al sud comprese le isole, di paesi, città, località dove rimangono ricchi e visibili i resti e le tradizioni di un culto della Terra che anticamente fu predominante.
Tale culto lo si ritrova in ogni regione italiana: in Val Vestino, non lontano dal lago di Garda, dove sul monte Vesta sorgeva un tempio dedicato alla omonima dea, patrona del fuoco sacro.”
(Giovanni Feo, Prima degli Etruschi, Stampa Alternativa, pag. 92)

Da questo brevissimo brano è inaspettatamente cominciata una delle nuove emozionanti ricerche, che ho deciso di mettere insieme e condividere proprio stanotte, visto che il 24 Febbraio si ricorda l’emanazione dell’editto di Teodosio che proibì i culti pre-cristiani e che venne presto attuato con lo spegnimento del Sacro Fuoco al Tempio di Vesta fra le lacrime disperate della sua ultima Vestale, Celia Concordia.
E proprio in questo giorno di molti secoli dopo voglio invece parlare proprio del Sacro Fuoco, e mentre lo faccio nella mia casa ardono candele bianche e il fuoco nel caminetto, acceso proprio come risposta alla triste ricorrenza.
Ma torniamo al Monte Vesta, intorno al cui nome in molti hanno discusso, chi per spiegarne l’origine in riferimento a un antico Tempio di Vesta che secondo la leggenda sorgeva sulla sua sommità, chi per negarla, proponendo alternative poco credibili. Di fatto si dice che il ricordo del Tempio di Vesta nell’area sia molto antico, quindi è facile che sia di gran lunga più veritiero.
Il Monte Vesta è una montagna delle Alpi Bresciane e Gardesane, e sorge poco distante da un laghetto naturale, chiamato Laghetto di Vesta, in un’ampia valle chiamata Val Vestino. Il nome di Vesta compare ovunque in questa zona, e potrebbe indicavi proprio la forte presenza del culto della Dea del Sacro Fuoco.

“Secondo una tradizione secolare il Monte Vesta prenderebbe il nome da un tempietto dedicato al culto pagano di Vesta, una dea della mitologia romana, che si trovava sulla sua sommità.” (Wikipedia)
E ancora:
“Il Monte Vesta è al centro di due leggende, una locale valvestinese e un'altra della riviera gardesana, e in ambedue ricorre sempre nella loro narrazione lo stesso tema: il tempio della dea Vesta.” La leggenda gardesana “riferisce che il toponimo della cittadina di Salò risalirebbe al lucumone etrusco "Saloo", figlio di Osiri d'Egitto, che fuggito dalla Toscana a causa di una pestilenza, riparò in questi luoghi a cercare il tempio della dea Vesta, rinvenendolo appunto nella Val Vestino.” (Wikipedia, che cita come fonte Silvano Vinceti, Salò capitale: breve storia fotografia della RSI)

L’altra leggenda locale, molto più ricca e preziosa, è riportata nel testo di Vito Zeni, “Miti e leggende ed alcuni fatti storici di Magasa e della Valle di Vestino”, e la riporto integralmente:

“Ad un'ora di strada sopra Bollone c'è un monte che è il più alto all'entrata della valle di Vestino; al tempo (…) vi si trovava un tempietto dedicato alla dea Vesta: per questo prese il nome di monte Vesta.
Una vestale, sacerdotessa della dea, era incaricata della sorveglianza del tempio e dell'accensione ininterrotta del fuoco sacro davanti alla statua. Aveva in sua difesa sette fratelli che, prima di mettersi al suo servizio, erano stati ladri nella lontana Toscana.
Un giorno la vestale si sposò e abbandonò il tempio e i suoi difensori; ma prima di partire pensò di ricompensarli per l’aiuto prestatole e, riunitoli attorno a sé, indicando l'ampia valle che dai piedi del monte si stende fino Tombea, disse: «Io devo lasciarvi e, non avendo alcuna ricchezza colla quale ricompensarvi, vi do questa valle a condizione che vi separiate e andiate a costruirvi una casa in sette luoghi differenti, in modo che uscendo il fumo dal comignolo di una non lo si veda dalla finestra delle altre sei».
Allora tutti si scelsero un posto nei luoghi ove oggi sono i sette paesi della valle e vi costruirono la loro abitazione; accesero poi il fuoco, ma benché il fumo salisse in alto non si vedeva dalle altre.
Il desiderio della vestale era stato appagato; da allora in poi, attorno a quella prima dimora, se ne aggiunsero delle altre formandosi i sette attuali paesi: Armo, Bollone, Cadria, Magasa, Moerna, Persone, Turano.”

La leggenda potrebbe essere stata modificata nel tempo, ma i punti più importanti sono la presenza del culto di Vesta sulla sommità del Monte Vesta, dunque la presenza del suo Fuoco Sacro, mantenuto sempre acceso; e la presenza di una Vestale, che aveva al suo servizio sette fratelli, difensori del tempio e devoti alla Dea, i quali fondarono, sotto le sue direttive, sette paesi nella valle che circondava il monte.
La Vestale è dunque colei che diede origine ai sette paesi sopracitati, dei quali Turano deve il suo nome a un’altra importante Dea, questa volta etrusca, la bellissima Dea dell’amore e della bellezza Turan.

Da queste brevi notizie racchiuse nella leggenda e nel mito si potrebbe pensare che, dopo il tempo di servizio al Tempio di Vesta a Roma, una delle Vestali si allontanò e raggiunse la zona della Valvestino, dove istituì un nuovo culto a Vesta. Oppure è possibile che proprio a seguito dello spegnimento della Fiamma al Tempio di Vesta, le sacerdotesse più fedeli al culto si spostarono e si divisero, raggiungendo nuovi luoghi in cui proseguire la propria tradizione. Forse una di loro giunse fino all’alta Lombardia, e scelse come luogo sacro in cui re-istituire il culto della Madre Fuoco proprio su un monte, disabitato all’epoca e ancora senza nome. Un nome che però gli venne presto proprio da ciò che divenne: un centro del culto di Vesta, illuminato, sulla sua sommità, da una nuova fiamma. Nuova quanto antica: il Fuoco sacro della Dea.

***

Voglio dedicare questa ricerca alla divina Vesta, che si manifestava non solo nel fuoco caldo e luminoso che rischiarava l’ara del suo tempio, ma anche nella florida terra che tutto offre e genera; e voglio dedicarlo alle sacre Vestali, in particolare all’ultima Vestale Celia Concordia e alla misteriosa Vestale che, proprio sul Monte Vesta riaccese l’antica fiamma.
Che lo spirito di queste donne possa rivivere in noi e nel fuoco che ancora oggi possiamo accendere, nel nostro cuore e nelle nostre case.

La Valvestino - Foto reperita in rete

La Valvestino e il Laghetto di Vesta - Foto reperita in rete

Il Monte Vesta - Foto reperita in rete

Il Cippo sulla cima del Monte Vesta - Foto reperita in rete

Ricerca e testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.

1 commento:

  1. Ciao Laura, sono Nicoletta De Simone, 69enne della valtellina, un po' strolega e un po' strega e un po' Dea. Mi piacerebbe parlare con te per chiederti alcune cose e per un confronto arricchente. Vedo che non nomini la nostra Dea Madre Tellina, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, e anche la tua visione della Madonna Nera di Loreto, che un giorno è venuta nel mio sogno e da allora è molto presente nella mia vita, ma io la vedo più come una Dea oscura che come una madonna. Sotto ci intravedo Ecate e altre. Sarebbe possibile sentirci al tel o in videochiamata? Grazie! 3481848298.
    Con affetto,
    Nicoletta

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