1 luglio 2016

La Roccia della Regina

Peverano di Roppolo - Biella - PIEMONTE
La Roc dla Regina, o la Roccia della Regina

Oggi ho finalmente visitato un luogo che desideravo vedere da mesi, e nonostante il caldo sono felice di averlo visto, e di averlo potuto fotografare, con i colori della piena estate. È di una bellezza davvero unica.
La tappa principale, e la più importante per quanto riguarda la mia ricerca, è stata la cosiddetta Roc dla Regina, ovvero la Roccia della Regina, un grande masso erratico in cui è scavata una profonda cavità nella quale è probabile fosse sepolta in epoca antica una Regina celtica di cui nulla è conosciuto. La Roccia della Regina si trova sopra il paese di Roppolo, nella frazione Peverano, in provincia di Biella, non lontano dallo splendido Lago di Viverone che ha una grande importanza a livello archeologico per le sue palafitte e i reperti trovati nei suoi fondali.
Data la mancanza della lastra di chiusura della tomba, nonché delle spoglie e del corredo, probabilmente composto da vasellame, monili, pettini, fibule, monete e magari anche armi, come si usava in epoca celtica (e molto probabilmente rubato in epoca già remota), si mette in dubbio la storicità di questa leggenda, eppure un elemento chiaro della sua veridicità è la presenza dei tasselli lungo il bordo del “sarcofago”, che indicano in modo evidente che una lastra di chiusura c’era stata, ed è possibile che sia stata rotta e poi portata via, a lastre più piccole, nella zona circostante.
Il luogo in cui si trova la Roccia della Regina è lievemente elevato rispetto al paesaggio circostante e in tempi antichi era probabilmente visibile a grande distanza per la mancanza dei boschi che ci sono adesso. Si percepisce che è un luogo scelto appositamente per uno scopo sacro, un luogo che anche dopo la sepoltura continuò ad essere visitato e onorato.

Uno degli elementi più importanti della Roc dla Regina è la presenza di sette coppelle, la maggior parte rotonde, con un diametro che va dai 3 cm nella più piccolina ai 6/7 cm in quelle più grandi. Altre due coppelle hanno invece forma vagamente rettangolare. La leggenda vuole che fossero gli incavi in cui la Regina deponeva l’occorrente per cucire, ovvero il ditale, le forbici e il filo, e “si riteneva che l’acqua piovana, fermandosi nelle concavità, a contatto con la pietra acquisisse proprietà guaritrici.”
Ancora in tempi recenti le anziane erano solite bagnarsi gli occhi con l’acqua curativa raccolta nelle coppelle della Roccia della Regina per prevenire le malattie della vista, oppure per curarle.

Osservando da ogni lato la cavità nella Roccia che avrebbe ospitato il corpo della Regina e il suo corredo funerario ho notato che è piuttosto corta, ci starebbe in lunghezza una ragazza giovane, minuta, piccolina. Però dopo un primo momento ho pensato che probabilmente si usava posizionare i defunti in posizione fetale, sul fianco con le ginocchia piegate. In questo caso la dimensione della cavità risulterebbe adatta a tenere il corpo di una donna anche piuttosto alta.

Queste poche cose sono tutto ciò che si conosce e che ho ipotizzato io stessa della Roccia della Regina, anche se naturalmente avrò modo di cercare ancora. Ma l’intera zona circostante la Roccia è costellata di luoghi da visitare per la loro storia, e che per adesso non ho ancora visitato. Per esempio, poco distante dalla Roccia della Regina c’è la Roc della Pratasera o Pera Pichera, “un altro masso erratico lasciato qui dal ghiacciaio balteo, sotto il quale le mamme dicono di aver trovato i loro figli; in questo modo si diffondevano le superstizioni, in seguito cristianizzate, che si rifacevano all’esistenza di antichità remote.” “Ai piedi della Pichera è coricato un secondo masso, che doveva servire per dei riti pagani. Si ipotizza che alcuni monaci del luogo l'abbiano abbattuto durante il periodo di prima cristianizzazione.”

Sempre vicino alla Roccia, “zampillano le freschissime polle del Prato Freddo che irrigano la leggera depressione collinare creando un’oasi verdeggiante anche nei periodi siccitosi.”
Il percorso che tocca tutte le zone d’interesse storico e archeologico passa anche dal bellissimo Monte Orsetto, “un piccolo rilievo collinare nella parte orientale della Serra Morenica di Ivrea, immerso in un’area boschiva”. “L’altura è nota per il ritrovamento di reperti riconducibili ad antichi insediamenti preistorici: scavi occasionali portarono alla luce i resti di un recinto di massi, articolato lungo le pendici, denominato il Castelliere, risalente a presidi militari probabilmente dell’Età del Ferro e come avamposto celtico, forse dei Victimuli.”

Nella mia visita di oggi, però, ho preferito soffermarmi sulla Roccia della Regina e poi su due tappe che ci tenevo a vedere. La prima sono le rovine della Chiesa di Sant’Elisabet, eretta nel 1599 e crollata, poiché completamente abbandonata ai rovi, solo dopo il 1930. Ora rimangono solo tre mura mezze distrutte, ma la presenza di una antica chiesetta a pochi passi dalla Roccia della Regina e dagli altri massi erratici, peraltro dedicata a una santa, non può far altro che rafforzare l’ipotesi – o la certezza – che in tempi remoti tutta questa zona fosse dedicata alle antiche Madri divine. Madri che erano incarnate sulla terra nella forma di una Regina amata e onorata dal suo popolo.
La seconda tappa che ci tenevo a visitare, anzi, ad amare intensamente, perché specialmente nel punto in cui ho scattato le foto è davvero splendida, è il Lago di Bertignano, un piccolo laghetto formatosi, come il Lago di Viverone, dal ritiro del Ghiacciaio Baltico.
Nel lago di Bertignano sono state trovate le piroghe, le canoe scavate nel tronco degli alberi dagli antichi popoli che in epoca tardo romana vivevano in questi luoghi.

La prossima volta che tornerò “al cospetto della grande Regina” proseguirò nella visita di tutte le tappe del percorso che non sono riuscita a fare oggi, e mi auguro di scoprire ancora qualche notizia su di lei, anche se questo sarà molto più difficile.
Ciò che ho percepito chiaramente oggi è che viviamo in una terra che un tempo era governata ovunque dalle Donne, Regine o Sacerdotesse, Antenate forti che hanno lasciato tracce della loro esistenza un po’ dappertutto, così che noi le possiamo ancora trovare e, per quanto possibile, ricordare.
Spero che questo nuovo viaggio vi sia piaciuto, e aggiungo che, sulla via del ritorno, non ho certo mancato di riposare un po’ gli occhi e il cuore sulle calme acque del Lago di Viverone… altro luogo magico nel quale vennero rinvenuti diversi reperti antichi, molti dei quali femminili.

Dedico tutto questo viaggio a colei che mi ha chiamata a compierlo sin dal primo momento in cui ho visto una foto della sua sepoltura, la grande Regina, chiunque sia stata.

La Roc dla Regina

La Roc dla Regina

La Roc dla Regina

La Roc dla Regina

La Roc dla Regina - Una delle molte coppelle

Il Lago di Bertignano

Ricerca, testo e fotografie di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questi appunti di ricerca può essere citata o utilizzata in alcun modo senza il permesso dell'autrice.

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