23 giugno 2016

Le Grotte di Ara e il culto delle Dee delle Acque

Ara (Grignasco) - Novara - PIEMONTE
Le Grotte di Ara e il culto delle Dee delle Acque

Ci sono luoghi che entrano nel cuore e dei quali si fa fatica a parlare, perchè si preferisce mantenerli segreti, un po' come quando si trova un rifugio magico e si decide di non parlarne troppo... Ho pensato tante volte in questi ultimi anni di parlare di Ara e delle sue Grotte, ma ho sempre trovato la scusa per non farlo. Ora però mi sono resa conto che qualche parola vorrei spenderla, perchè è un luogo a me molto caro.
Comincio semplicemente riportando alcuni brani presenti sul cartellone che descrive la natura del sito, all'esterno del magico Giardino delle Grotte, perchè raccolgono alcune delle cose più importanti:

"In un vecchio manoscritto, un cultore di storia locale così definiva le Grotte di Ara: Tempio delle fate, grotta delle sirene, luogo prediletto dalle sibille. Queste parole racchiudono un'antica tradizione che lascia supporre il ricordo di arcane pratiche magico-rituali, conservate nella memoria collettiva, testimoniate anche dalla pratica di raccogliere i sass bianc, ovvero le quarziti del torrente Magiaiga, dove defluisce dalle grotte per trarre da queste pietre energia e benessere.
(...)
La grotta, originariamente chiusa come testimonia il grande arco rimasto, divenne con molta probabilità un luogo sacro con tutte le connotazioni di un santuario delle acque (...). Probabilmente in epoca preromana e romana, in questo sito si svolgevano pratiche rituali legate all'elemento femminile e vitale per eccellenza: l'acqua.
Ricordiamo che anche la grotta del laghetto sul Monte Fenera presenta evidenti tracce di grotta cultuale connessa alla raccolta delle acque di stillicidio."

3 giugno 2016

Il sangue della Salvaria

Saxifraga oppositifolia o Sassifraga rossa
Il sangue della Salvaria - Leggenda dolomitica

Se la candida Sassifraga delle Dolomiti richiama il sacro intimo della Grande Madre, non stupisce che una variante della stessa pianta sia legata a una delle tante leggende sulla perdita del sacro femminino nel mondo.
Ed è la storia della sassifraga rossa - probabilmente si tratta della Saxifraga oppositifolia, che cresce spontanea sulle Dolomiti e in varie zone dell'arco alpino.
Una bellissima Salvaria dal doppio aspetto di fanciulla e di lontra, che vive per brevi periodi nell'acqua ma predilige la terra, con i suoi boschi e le sue vette soleggiate, si innamora di un bel cacciatore di camosci, e i due si incontrano tutti i giorni, dove le acque del ruscello incontrano la terra verdeggiante.
Il giovane rifiuta le altre donne e pare sempre invaghito ed estatico, e questo provoca la gelosia dei suoi compaesani, specialmente delle donne stesse, nelle quali sorge un'invidia feroce e velenosa. Viene organizzato un inganno: il cacciatore viene inviato su una montagna vicina per qualche compito inesistente, giusto il tempo che serve per andare al posto suo nel luogo dell'incontro amoroso con la bellissima Donna Selvatica.