La leggenda dell'Isola dei Camosci
Ci sono luoghi che nascondono porte segrete, magici passaggi che danno sul mondo sottile, l'Altromondo, una Avalon nostrana in cui vivono Fate e Donne divine, Anime nobili e meravigliosi Animali. Anche nel nostro Nord Italia sono numerose le leggende che riguardano questi luoghi, nei quali si nascondono le eco delle antiche tradizioni femminili. Una di queste è legata al Monte Rosa e ai ghiacciai del Belvedere, che svelerebbero la divina Isola dei camosci.
“Che la fatata Isola dei camosci esista non c'è dubbio. Sta in alto, molto in alto, dopo i ghiacciai del Belvedere [...]. Vent'anni passano. Al ventunesimo un cacciatore riesce a penetrare nella zona incantata, varcando montagne e passando nevai. Di ventun arditi cacciatori uno solo vi giunge, seguendo un camoscio che lo precede, sosta, riprende per segnargli la strada. Il giovane non sa dove gli altri cacciatori si fermino e, preso dalla febbre di catturare lo splendido animale, non s'accorge di essere solo. Per tre settimane egli resta nella valle fatata, in mezzo agli animali che più non fuggono dinnanzi a lui, e partecipa alla loro vita imparando il loro linguaggio. Nelle cortecce dei vecchi cembri legge il nome dei fortunati che l'hanno preceduto, e incide il proprio affinché chi verrà dopo di lui - e passeranno altri ventun anni - lo possa conoscere. Trascorsi venti giorni, al ventunesimo si ritrova tra i ghiacci senza sapere come; scende a valle e coloro ai quali racconta la mirabile avventura dicono che ha sognato, lassù, nelle vastità gelate del Monte Rosa.”
Brano tratto da La montagna e le sue leggende, Alberto Mari e Ulrike Kindl, pag. 96.
Il Monte Rosa e Macugnaga - Foto reperita in rete |
Il Monte Rosa - Foto reperita in rete |
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